venerdì 25 febbraio 2011

CAPPUCCETTO GROSSO


C’era una volta una bambina brutta come un peccato grave e intelligente come una pietra pomice, che viveva in un mite villaggio situato in una qualche parte del mondo. Si chiamava Sprugna, ma siccome era solita indossare una mantellina rossa con cappuccio ed era alta un metro e venti, ma larga due, la chiamavano Cappuccetto Grosso. Gli altri bambini cercavano di accettarla, ma quando giocavano agli indiani e ai cowboy a lei toccava sempre di fare la pianta grassa; un giorno la mamma la chiamò e le disse: “ Cappuccetto, porta questo paniere pieno di focacce e vasetti di melanzane sott’olio alla nonna, che è sola e ha l’artrite e per di più abita nel Bosco della Morte Violenta, dove bazzicano i lupi, i vampiri e i politici di destra. Ti prego però di non mangiare tutto come l’altra volta, che hai mangiato il topicida che ti avevo mandato a comprare e poi sei dovuta stare a letto con il mal di pancia che sembravi la bambina dell’Esorcista. E mi raccomando: stai attenta al lupo!”. Cappuccetto, che oltre che orrida era pure scema, sorrise e rispose con un bel “Niente paura” che prometteva solo guai. Infatti non appena arrivò all’imbocco del bosco, le venne fame e svuotò il cestino nello stomaco, vasetti di vetro compresi; una volta entrata nel bosco la piccola idiota si mise a inseguire le farfalle e i ricci, che appena la vedevano scappavano e se avessero potuto l’avrebbero uccisa. A un certo punto Cappuccetto realizzò di essersi persa: “E ora come faccio?” piagnucolò “ Qui il cellulare non prende neanche, porca zozza” continuò.
Al suo piagnucolìo rispose il lupo, che sbucò da un cespuglio e disse:
“Suvvia, piccola e (oddio!) soave creatura, per qual motivo versi amare lacrime sul tuo bel (oddio!) viso?”
La piccola penso: Ma come cacchio parla questo?, ma poi disse:
“Oh caro cagnolino, aiutami perché devo andare dalla nonna che abita al centro del bosco e mi sono persa!”
“Ciccia, modera i termini: io sono un nobile lupo dal pelo grigio, non un pulcioso bastardo! Ad ogni modo, ti indicherò la giusta via: seguì il sentiero alla tua destra, scala la Collina del dolore, attraversa la Palude dei Coccodrilli e infine imbocca il Sentiero delle api Assassine e arriverai sana e salva dalla tua nonna” e detto questo scappò via.
Dopo due ore Cappuccetto stava ancora nuotando nella palude con i coccodrilli che volevano un morso di coscia, mentre il lupo aveva raggiunto la casa della nonna.
TOC TOC.
“Sì chi è?” fu la risposta che venne dall’interno.
“Sono l’idraulico, mi faccia entrare” disse il lupo.
“Oh meno male” disse la nonna “ Meno male, perché ci ho il cesso intasato da un mese e puzza da far schifo” disse la raffinata vecchietta, e aprì la porta. In un secondo il lupo le fu addossò e se la mangiò in un boccone. Poi si mise una cuffia e una camicia da notte, inforcò un paio di occhiali, ed ecco che ora il lupo era travestito da nonna, o, se vogliamo, da Giampiero Mughini in pigiama.
Si mise nel letto e dopo un’ora arrivò Cappuccetto grosso.
TOC TOC.
“Sì chi è?” disse il lupo.
“Sono Cappuccetto Grosso. Apri nonna, che sono riuscita a scappare dai vampiri della collina, dai coccodrilli della palude, dalle api assassine del sentiero, ma i politici di destra mi sono ancora dietro!”.
Quando entrò vide il lupo travestito, ma dal momento che era più deficiente di una pulce con una crisi isterica, non notò la differenza, sebbene era palese che di solito la nonna era più pelosa.
“Nonna, ma che occhi grandi che hai!” disse la bambina quando si fu avvicinata.
“Eh sai, ho cambiato collirio…” rispose scaltramente il lupo.
“Nonna, ma che orecchie grandi che hai!”
Il lupo era offeso, ma resse comunque il gioco: “Ma dai? Sarà che ho ascoltato troppe volte l’ultimo disco di Little Tony…”
“Nonna, ma che mani grandi che hai!”
Il lupo cominciava a stizzirsi, ma rispose: “Sai, con l’età un po’ di gonfiore è normale…”
“Nonna, ma quanti peli che hai!”
Il lupo era sul punto di incazzarsi, ma si trattenne: “Vorrei vedere cosa faresti te, se ti si rompesse il rasoio elettrico!”
Cappuccetto continuò imperterrita: “Nonna, ma che bocca grande che hai!”
“Cappucce’, e mo’ hai rotto le palle” strillò il lupo, e in un sol boccone mangiò Cappuccetto Grosso.
All’improvviso entrò il cacciatore, che come noto a tutti era un ficcanaso e disse:
“Ti ho visto, sai? Ora ti apro la pancia e salvo nonna e nipote!”
Ma il lupo, che era un gran negoziatore, disse in tono persuasivo: “Suvvia, lo sa anche lei, buon uomo, che quelle due erano delle rompipalle… facciamo così, io mi prendo il 30% della pensione della vecchia e lei il 70%, che ne dice?”
Il cacciatore, che aveva sedici figli e prendeva trenta euro alla settimana accettò e andò in trattoria con il lupo.


La mamma di Cappuccetto Grosso fu felice nell’apprendere che la sua figlia buona a nulla era morta e adottò un bambino prodigio che scoprì la pietra filosofale e la coprì d’oro.

I bambini amici di cappuccetto grosso furono molto addolorati dalla scomparsa della piccolina, ma poi trovarono un cactus vero e si dimenticarono di lei.

La nonna ora vaga sotto forma di anima in pena nel bosco e viene tormentata dai politici di destra ogni martedì sera.

Cappuccetto Grosso era talmente odiata che ora vaga nelle paludi del bosco e ogni tanto un coccodrillo ingoia il suo spirito.

Il lupo ha firmato un contratto con la Hanna e Barbera Production e sarà il protagonista di Lupo De Lupis- Il film.

Il cacciatore ora vive da nababbo e spara alle quaglie incinte.

Ad ogni modo, vissero tutti felici e contenti. O quasi.

4 commenti:

  1. Questo mi fa venire in mente Cappuccetto Rosso di Giobbe Covatta:
    La mamma di cappuccetto rosso è un'altra scimunita. Dà alla bambina il cestino e le dice: "Tieni, vai dalla nonna e portale da mangiare! Ciao, IN BOCCA AL LUPO!"

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  2. La storia è molto simpatica per come è scritta e per le idee, ma il finale è eccessivamente tragico: la prossima volta contieni la tua cattiveria xD

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  3. Mi ispiro molto a Covatta, ma cerco di staccarmi dal suo modo di scrivereXD

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